Il Recovery fund, conosciuto anche come Next Generation EU (oppure NGEU), è una pietra angolare della risposta politica comune dell’Europa alle sfide economiche sollevate dalla pandemia di Covid-19.
La pandemia infatti, come ricordato anche da Paolo Gentiloni, il Commissario Europeo dell’Economia, ha innescato una grave recessione nell’Unione Europea e una nuova intensificazione delle divergenze tra i paesi.
In poche parole, il Recovery fund, che è stato annunciato dall’Unione Europea nel luglio del 2020, mira a sostenere la ripresa dell’economia ed è stato anche concepito per fungere da catalizzatore per la modernizzazione di tutte le economie degli stati membri, con effetti positivi sulla loro crescita, sulla loro resilienza e sulla loro convergenza.
Quali sono le funzioni, in breve, del Recovery fund?
Il Recovery fund, ricorda Antonio Lombardi, presidente di Federcepi Costruzioni ed uno dei protagonisti dell’edilizia salernitana, offre un sostegno finanziario agli Stati membri dell’Unione Europea, purché sia subordinato all’attuazione di investimenti concreti e di progetti di riforma nel periodo che va dal 2021 al 2026.
Se attuato in modo efficace, il Next Generation EU fornisce un impulso significativo allo stock di capitale e alla produzione potenziale degli Stati membri.
Il NGEU offre anche un’opportunità unica per promuovere lo slancio trasformativo nella maggior parte dei Paesi europei grazie al volume dei suoi finanziamenti, alla solidarietà interna e al fatto che i finanziamenti siano legati ai risultati delle politiche nazionali.
È composto da sette programmi e, di questi, quello inerente la Ripresa e la Resilienza (RRF) è di gran lunga il più grande e rappresenta il 90% del totale.
Circa la metà dei fondi che fanno parte del RRF vengono messi sotto forma di sovvenzioni a fondo perduto, mentre l’altra metà viene emessa sotto forma di prestiti.
Oltre a ciò, il NGEU mette a disposizione finanziamenti più consistenti per le nazioni che sono state più duramente colpite dalla crisi pandemica, come ad esempio l’Italia, e che mostrano anche un PIL pro capite inferiore e, oppure, livelli di debito più elevati.
Paolo Gentiloni: “occorrono riforme per sbloccare il Recovery fund, altrimenti si rischia la recessione”
Paolo Gentiloni, come più volte dichiarato anche da Antonio Lombardi, promotore di edilizia salernitana, in un recente intervento, parlando proprio del Recovery fund ha detto che, se l’Italia vuole allontanare da sé lo spettro della recessione, deve assolutamente mettere in atto le riforme promesse.
L’invasione russa dell’Ucraina e lo scoppio della guerra, come ha sottolineato il Commissario Europeo dell’Economia, ha cambiato le regole del gioco, accentuando ancora di più la frenata globale scatenata dalla pandemia di Coronavirus.
In questo nuovo contesto di incertezza, il piano nazionale delle riforme è l’unico antidoto, per l’Italia, alla ristagnazione e al rischio di non ottenere l’accesso al Recovery fund.
Un accesso che sta diventando sempre più urgente per la ripresa dell’economia italiana, che è stata messa a dura prova tra il 2020 e il 2022 a causa dell’arrivo del Covid-19 prima e delle restrizioni anti contagio in seguito.